Il Trauma Center

La storia

La strada che ha portato alla creazione del Trauma Center dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII inizia nel 2010, nella precedente sede ospedaliera dei Riuniti di Bergamo. 

Fino ad allora, i Pazienti vittime di traumi maggiori (intesi come traumi interessanti più distretti corporei con rischio di vita o invalidità grave residua), venivano gestiti presso la Shock Room del Pronto Soccorso dal medico rianimatore, che si avvaleva della consulenza dei vari specialisti e che richiedeva i vari accertamenti strumentali. 

La sede ospedaliera, vecchia di 70 anni, non favoriva la concentrazione diagnostica e terapeutica necessaria alla gestione dei Pazienti, che quindi dovevano essere trasportati verso le sedi di diagnosi e di cura con perdita di tempo e con rischi legati al trasporto di pazienti clinicamente instabili. 

Non esisteva nessun criterio condiviso di centralizzazione di questi Pazienti, che quindi potevano in teoria essere trasportati presso qualunque Pronto Soccorso della Provincia indipendentemente dalla gravità o tipologia del trauma. 

Soprattutto, al di là degli ostacoli strutturali, mancava la consapevolezza della necessità di un approccio multidisciplinare, collaborativo alla gestione del Paziente affetto da trauma grave. Ciascuno specialista gestiva la parte di propria competenza ma mancava, soprattutto nei casi complessi in persone con traumatismi multipli, la cultura dell'approccio per priorità. 

Il Trauma Center dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII è nato dal superamento del classico approccio clinico insegnato nelle facoltà di Medicina e consistente nell'interrogazione del Paziente, seguita dalla visita completa, seguita dalla formulazione di una ipotesi diagnostica e dalla esecuzione di accertamenti volti a confermare tale ipotesi. Nel Paziente con trauma è fondamentale trattare per prima la lesione più pericolosa per la vita del Paziente, adottando provvedimenti terapeutici adeguati anche in assenza di una diagnosi definitiva. 

Le lesioni traumatiche uccidono secondo una sequenza temporale ben definita: l'ostruzione delle vie aeree determina la morte più rapidamente della capacità di respirare; questa, a sua volta, uccide prima della perdita di sangue per emorragia, e prima ancora di una lesione cranica. Queste considerazioni hanno portato alla adozione della filosofia ATLS (acronimo di Advanced Trauma LIfe Support) consistente in corsi di preparazione istituiti e gestiti dall'American College of Surgeons Committee on Trauma e finalizzati all'apprendimento dell'approccio per priorità al malato con trauma grave.

Passo 1: imparare competenze - Medici di Pronto Soccorso, Chirurghi, Rianimatori, Traumatologi, Neurochirurghi e Infermieri del Dipartimento di Emergenza hanno conseguito la certificazione ATLS e tuttora partecipano ai corsi di aggiornamento che servono al mantenimento della certificazione stessa. Sono stati organizzati corsi di ecografia FAST (Focus Assessed Sonography on Trauma) per Medici di PS e Chirurghi. I Chirurghi hanno partecipato a corsi di apprendimento di tecniche chirurgiche di gestione del trauma in emergenza.

Passo 2: imparare dagli altri - Non siamo l'unico Trauma Center al mondo: esistono in Italia e nel mondo eccellenze nella gestione del trauma che i nostri medici hanno visitato per conoscerne l'approccio ed i protocolli operativi: Denver, Baltimora, Graz, Berna sono stati meta di stage. Manteniamo rapporti organici di collaborazione con il Trauma Center di Milano Niguarda e di Bologna Maggiore.

Passo 3: imparare a cooperare - Abbiamo creato un gruppo multidisciplinare formato da Chirurghi, Medici di Pronto Soccorso, Rianimatori, Traumatologi, Infermieri di Area Critica e di Pronto Soccorso, Radiologi, Neurochirurghi. Sono stati organizzati gruppi di lavoro e discussione che hanno condotto alla realizzazione di protocolli operativi che guidano la nostra attività quotidiananamente. Da questo approccio collaborativo è nato il Trauma Team, una equipe formata da Medico di Pronto Soccorso, Chirurgo, Rianimatore, Infermieri di Pronto Soccorso, che viene allertato già dalla scena del trauma attraverso la Centrale Operativa del 118 e che gestirà collegialmente il Paziente traumatizzato, collaborando con altri specialisti, con i radiologi ed indirizzando il Paziente verso le sale operatorie o verso i reparti di degenza.

Passo 4: un posto migliore dove lavorare - Nel dicembre 2012 il nuovo Ospedale Papa Giovanni XXIII ci ha dato l'opportunità di usufruire di un ambiente lavorativo adeguato per spazi e tecnologie alla gestione del trauma grave. Un Pronto Soccorso più funzionale, con una shock room ampia con possibilità di esecuzione delle radiografie del torace e del bacino e dell'ecografia FAST senza spostare il paziente, con l'unità radiologica di Pronto Soccorso con possibilità di tutta la radiologia convenzionale e della TAC all'interno dei locali di Pronto Soccorso, l'adiacenza alle sale operatorie e alle sale di radiologia interventistica hanno permesso la riduzione dei tempi di diagnosi e aumentato la sicurezza del Paziente. La creazione dell'eliporto adiacente all'Ospedale ha permesso la centralizzazione dei Pazienti da tutta la provincia oltre che dal resto della Regione.

Nel 2012 la regione Lombardia, con il decreto 8531 del 1/10/2012, ha approvato la nuova organizzazione di un sistema integrato per l'assistenza al trauma maggiore, identificando e classificando i Centri Trauma sul territorio regionale. Venivano individuati 6 centri CTS (Centro Trauma ad elevata Specializzazione) aventi requisiti per identificare e trattare in modo definitivgo qualunque tipo di lesione e a garantire le cure intensive, 13 centri CTZ (Centro Trauma di Zona) con neurochirurgia, 10 centri CTZ senza neurochirurgia e 64 PST (Pronto Soccorso per Traumi). L'Ospedale Papa Giovanni XXIII è risultato uno dei 6 CTS (gli altri sono Milano Niguarda, Monza San Gerardo, Brescia, Pavia, Varese) per il trauma nell'adulto e l'unico CTS per il trauma pediatrico.

Passo 5: crescere come Trauma Center - Dalla creazione della rete regionale del trauma, attraverso la collaborazione con l'Agezia Regionale per l'Emergenza e Urgenza AREU, si è giunti alla identificazione dei criteri di centralizzazione dei Pazienti affetti da trauma grave. La scelta è stata di centralizzare nel nostro Ospedale non solo i Pazienti con evidenti gravi lesioni o in condizioni cliniche instabili, ma anche di accogliere tutti coloro nei quali la dinamica del trauma (es.: impatto ad alta velocità, precipitazione da elevata altezza) induce a sospettare la possibilità di lesioni anche se non evidenti al momento del soccorso. Con questi criteri vengono gestiti dal nostro Trauma Team circa 700 Pazienti ogni anno. 

E' importante sottolineare quanto questa gestione sia onerosa in termini di risorse utilizzate: l'attivazione del Trauma Team comporta la sottrazione del Medico di PS, del Rianimatore e del Chirurgo, oltre che di tutte le figure professionali coinvolte, per diverse ore dalla normale attività assistenziale, nell'ambito di un Pronto Soccorso che accoglie circa 100000 persone ogni anno. 

Nel 2013 abbiamo organizzato la Prima Consensus Conference italiana sulla gestione del trauma pelvico con instabilità emodinamica, raccogliendo i maggiori esperti italiani sul tema del trauma di bacino.

Passo 6: imparare dal nostro lavoro - L'istituzione del Registro Traumi, operativo dal 2014, ci consente di rivedere l'intera nostra casistica, di imparare dai grandi numeri (già più di 2000 casi sono stati inseriti, tutelando la privacy e l'anonimato dei Pazienti) quali sono le caratteristiche della "epidemia trauma" con la possibilità di giungere a identificare misure di prevenzione. Rivedere tutti i nostri casi ci permette di verificare la bontà del nostro lavoro e di adottare correttivi quando i risultati non ci soddisfano. E' molto importante il rapporto di collaborazione che abbiamo instaurato con la Fondazione Ricerca Ospedale Maggiore, con cui organizziamo periodicamente incontri di revisione dei casi trattati e di aggiornamento cui partecipano tutti coloro che collaborano al Trauma Center. 

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Gli Ospedali Riuniti, precedente sede ospedaliera















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Gli ambienti del nuovo ospedale favoriscono l'attività del Trauma Team


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